domenica 30 gennaio 2011

"L'ingottino" solo a mezzo stampa


Ho capito. Oggi, a distanza di una settimana, c'è stato "l'ingotto" di D'Alema(attraverso Giannini-Annunziata)
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giovedì 27 gennaio 2011

Giorno della memoria 2011


Ebrei, zingari, omosessuali, religiosi, oppositori politici, ammalati, e tutti quelli che sono stati uccisi da esseri minori. Dimenticarli è nazista.
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mercoledì 26 gennaio 2011

Napule mille paure



"Napule è mille culure, Napule è mille paure". E a me pare che la "colpa" non può essere solo di Saviano e Repubblica. E manco delle primarie, perché alle secondarie che succede allora?
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martedì 25 gennaio 2011

Metterci il cuore


A causa di "impicci" che entro il mese prossimo mi toglierò finalmente, scrivo solo adesso alcune cose che avevo in mente da giorni, e rimando alla prossima puntata fra qualche settimana.

Il ritorno di Walter, Walter se l'è giocato al meglio che poteva: di più tra ospitate a Lingotto2 ancora caldo e interviste (di Walter e di veltroniani strettissimi) non poteva umanamente fare.

Certo, sono sempre passati 3 anni. Scalfari e Maltese se ne fottono di riconoscere questo particolare, aizzando ancora di più l'odio che nel pd c'è per Repubblica, e soprattutto per la Repubblica che ricomincia a incensare Walter.

Io, però, penserei a quei militanti, che coi baffi oppure con "l'americanismo", ci mettono il cuore prima di ogni controffensiva obbligata al vetriolo (o ritorno commerciale oggettivamente sempre possibile)

Mentre il paese va a puttane, sarebbe il caso di fare finalmente 'sto partito. Poi si penserà addirittura a fare, finalmente, anche l'Italia.

p.s.
la parola "Walter" e la parola "finalmente" sono state volutamente ripetute assai
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sabato 22 gennaio 2011

In memoria di Bobby Sands, che non era un fascista



Non c'è solo il "bunga-bunga" a infangare il nostro paese. Ci sono anche altre "iniziative minori" che provengono sempre dal variegato e, comunque, collegato mondo della destra italiana. In questo caso il soggetto è CasaPound che non ha bisogno di presentazioni. In breve, a Casa Pound è stato detto che non può accostarsi al nome di Bobby Sands e di nessun altro irlandese morto per la libertà del suo popolo.

Ritengo indicativo leggere anche i commenti all'articolo che sotto riporto e linko.

da Thebobbysandstrust.com.

Danny Morrison has issued a statement on behalf of the Bobby Sands Trust condemning an Italian group for misappropriating the name and image of Bobby Sands in an attempt to garner credibility and support.
He said: “A few weeks ago we received a number of emails in relation to an Italian organisation, CasaPound Italia, reporting that it planned to or had already merchandised in the name of Bobby Sands.

“Initially, we decided to make no public statement in order not to give the group any further publicity. However, we now feel that we need to make it clear to the Italian people that this organisation never contacted the Trust for permission to use Bobby Sands’ name or image and that had they contacted us they would not have been granted permission.
“This group has no right to exploit the imagery of Irish republican hunger strikers who opposed oppression and fought for the freedom of people and we call upon CasaPound Italia to stop such misuse of Irish patriots.
“As we approach the 30th anniversary of the 1981 hunger strike we encourage all groups and organisations internationally who faithfully reflect the principles and integrity of the hunger strikers and their cause.

“Signed – Danny Morrison, Secretary Bobby Sands Trust.” | permalink

martedì 18 gennaio 2011

Senza sdegno puro non ci si salva


Ma si può dire che non se ne può più di questa ipocrisia assurda?


 


Spero solo che l'unico a pagare non sia Antonio Albanese. Anche se Cetto è un moderatissimo, andrò comunque al cinema (la realtà è inarrivabile).

p.s.
il sito di Avvenire(da ieri sera si parla di un editoriale "che fa notizia") non si apre: troppe visite o altro? Comunque mi pare di aver capito che il mio conterraneo Marco Tarquinio abbia scoperto l'acqua calda ("è arrivato pensece" si dice dalle parti nostre...)
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lunedì 17 gennaio 2011

La carta contro il web: siamo proprio un paese strano




Il nostro è davvero un paese strano. Riutilizziamo anche noi questo luogo comune tanto inflazionato, perché crediamo che tanto ciò non sarà spiegato mai abbastanza. Proviamo a fare la nostra parte.

Viviamo in un paese dove il Presidente del Consiglio controlla almeno(se non di più) la metà del potere mediatico. E i suoi oppositori politici, quando ne ebbero l'occasione, non provarono nemmeno a regolare questo "vulnus". Ma questo lo stiamo sentendo e leggendo da anni, mentre la situazione continua a peggiorare.

Vogliamo, invece, porre l'attenzione su quella che ormai appare una guerra dichiarata all'interno del mondo editoriale: carta stampata contro nuovi media. Proprio commentando questo dato ci permettiamo di dare dello "strano" al nostro paese. Se gran parte della carta stampata denuncia il conflitto di interessi sopra ricordato, chi complessivamente la rappresenta dovrebbe avere la lungimiranza di non attaccare frontalmente e superficialmente chi racconta l'Italia attraverso altri mezzi. Dunque veniamo ai fatti.

Il 12 gennaio scorso a Bergamo si è tenuta la seconda giornata del 26° congresso nazionale del sindacato dei giornalisti. La relazione della giunta esecutiva del FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) conteneva anche la seguente definizione: "concorrenza quasi sleale", riferita all'attività dei nuovi strumenti di comunicazione, in primo luogo quelli che utilizzano Internet.

Aigol(Associazione Italiana Giornali On-Line) ha prontamente risposto attraverso le parole del suo presidente Marcel Vulpis.
Si tratta di una presunta concorrenza sleale, che non trova conferma, sotto alcun punto di vista, nel panorama attuale tricolore. L’apertura del mercato dell’informazione e la crescita delle testate online devono essere vissuti come opportunità, non come elementi ostili. L’editoria online è una “risorsa” da tutelare, non un presunto nemico da osteggiare.
L’unica concorrenza sleale che, invece, tocchiamo quotidianamente con mano è quella delle provvidenze per l’editoria (spesso a pioggia), di cui la carta stampata gode da anni e che, invece, l’online non ha mai conosciuto.
Siamo felici, però, che l’FNSI, per voce del suo segretario, parli di “concorrenza sleale”, perchè, a questo punto, andremo a fondo per capire, nei fatti, chi la esercita concretamente (e soprattutto chi si trova in “posizione dominante” rispetto ad altri competitor)”.
Guido Scorza, su Wired.it, commenta così la vicenda.
“Le dichiarazioni della FIEG sembrano quelle del bue che dice cornuto all’asino.
Proprio la FIEG, infatti, quale titolare del 49,5% delle quote sociali della Audipress S.r.l. – la principale società italiana di indagini di mercato relative alla lettura dei giornali e periodici – è, in questi mesi, al centro di un’indagine dell’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato nell’ambito della quale si contesta all’Audipress di aver abusato della propria posizione dominante non diffondendo i dati relativi alle vendite di quotidiani e periodici tra il 2008 ed il 2009.
L’ipotesi oggetto di attenzione da parte dell’AGCM è che l’Audipress abbia deliberatamente sospeso la diffusione di tali dati per occultare il crollo delle vendite delle edizioni cartacee e salvaguardare, in questo modo, i propri interessi ovvero garantirsi che gli investitori pubblicitari continuassero ad acquistare spazi pubblicitari su carta anziché migrare verso i nuovi media.
Scrive, infatti, l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato nel proprio provvedimento di avvio dell’istruttoria: “In conclusione, i comportamenti descritti, in assenza di obiettive giustificazioni, appaiono evidenziare una strategia di Audipress finalizzata ad impedire la diffusione dei dati di lettura di quotidiani e periodici a partire dall’inizio del 2009. In particolare, detti comportamenti risultano strumentali ad ostacolare la diffusione di informazioni idonee a consentire una valorizzazione aggiornata degli spazi pubblicitari offerti dalle testate, alla luce dell’evoluzione del settore della stampa.”.
Come se non bastasse, proprio ieri l'AGCM ha pubblicato gli impegni con i quali l'Audipress vorrebbe sottrarsi alle contestazioni dell'Autorità, impegni attraverso i quali, in sostanza, la società controllata dalla FIEG e dalle agenzie di pubblicità, vorrebbe riservarsi, anche per il futuro, il diritto di non pubblicare i risultati delle proprie rilevazioni, sebbene attraverso un procedimento, formalmente, più complesso ed articolato di quello che ha portato alla decisione contestata.
Ci vuole davvero coraggio, in una simile posizione, a accusare i nuovi media di fare “concorrenza quasi sleale” alla carta”.
Scorza conclude questo suo articolo con le seguenti parole, che noi condividiamo pienamente.
“Internet non è nemico né della buona informazione, né del giornalismo e né dell’editoria moderna ed illuminata ma è – e per fortuna – un invincibile alfiere dell’innovazione contro la gerontocrazia che continua a governare vecchi ambienti e sistemi”.
Se un magnate dell’editoria di livello planetario, Ruper Murdoch, sta aspettando la nuova creatura iNewspaper(“l’edicola digitale”) di Steve Jobs per lanciare il suo nuovo quotidiano solo Online The Daily, un motivo ci sarà. Non si tratta di amore gratuito verso Internet o i nuovi supporti tecnologici.
Ecco perché ci viene da pensare che siamo in ogni caso un paese strano. O siamo lontani anni luce da un gerontocrate non italiano come Rupert Murdoch; o comunque individuiamo di volta in volta un colpevole diverso per spiegare il perché l’editoria italiana non se la passa bene e teme un futuro ancor più difficile.
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domenica 16 gennaio 2011

"Italianissimo sentire"


FA-miglia e VA-lore: i Kaiser Chiefs con Ruby ci hanno preso per caso, Mario Monicelli invece lo sapeva.

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giovedì 13 gennaio 2011

Non sono per niente perfetto (né migliore)


Confesso (confermo a qualcuno) un mio limite: non sopporto quegli atei che però sono devoti a uomini mortali, perché considerati "migliori" (oltretutto con dimostrazioni troppo scarse)
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Quora: chiedere per sapere



Chi ha studiato latino al liceo si ricorderà di "quaero, chiedere per sapere"; diverso da "peto, chiedere per avere". Quora, il social network del momento - con o senza la volontarietà dei suoi padri, potrebbe prendere il proprio nome proprio da "quaero". Ma di cosa si tratta?
Non è Facebook. Non è Twitter. Riprende molto sia dal primo che dal secondo, e pure da Wikipedia, ma volendo fare una previsione, dovrebbe dare molto più fastidio a Twitter. Si possono mandare messaggi privati come sul sito in blu e registrarsi utilizzando il profilo Fb, importando così già i propri amici, immagine del profilo e "like" facebookiani. Ci si "porta avanti col lavoro" insomma.

E' il social network del momento. Da qualche giorno sta letteralmente facendo impazzire gli italiani più assidui frequentatori di novità della rete. Gli anglosassoni ci si stanno divertendo da qualche mese.
Quora è nata nel dicembre 2009, dalla collaborazione di due ex Facebook: Adam D' Angelo e
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martedì 11 gennaio 2011

E' cominciata la decade


Sarà comunque l'ultima disponibile. I miei sentori romantici cominciano ad essere nutriti da episodi. Uno è il seguente.

Marco Simoni per l'Unità di oggi ha scritto un articolo che in molti hanno letto (mandato anche al Post). E soprattutto ha fatto "rosicare" tanti, come si dice a Buckingham Palace.

Ne riporto 3 righe, ma per favore trovate il tempo di leggerlo tutto, pure tutti i commenti, nessuno escluso.
 
[...]la logica della politica italiana, in particolare nel centrosinistra, è quella di marginalizzare chi ha scelto di non far parte di clan consolidati, indipendentemente dal valore e dal merito delle idee e della politica che viene perseguita: i risultati di questo procedere, mi sembra, sono sotto gli occhi di tutti.[...]
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domenica 9 gennaio 2011

Gabrielle Giffords (e i 6 morti ammazzati)


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giovedì 6 gennaio 2011

Il rischio della "bellezza"


Anche Roberto Mancini cancellerebbe le primarie, a mio avviso.


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Sincerità


In bocca al lupo Leo, tornerai un giorno, chissà.
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domenica 2 gennaio 2011

Christopher Nolan


Qual è il parassita più resistente? Un'idea. Una singola idea della mente umana può costruire città. Un'idea può trasformare il mondo e riscrivere tutte le regole (Inception, 2010)
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