venerdì 25 marzo 2011

Il periodico di Google


da The Week


Si chiama Think Quarterly ed è l'ultimo nato a Mountain View. E' a tutti gli effetti un magazine, trimestrale e online.

Big G spiega il perché è nato Think Quarterly affermando che c'era la necessità di organizzare e archiviare meglio i contenuti scambiati con i numerosi clienti, finora inviati attraverso tante newsletter, email, blog ufficiali, materiali stampati.

TQ è stato concepito e definito come "uno spazio per respirare in un mondo trafficato", che, neanche a dirlo, affronterà i temi della tecnologia e del business e gli intrecci che li legano. Matt Brittin, il capo di Google in Gran Bretagna, in una sorta di editoriale ha scritto: "In un mondo di cambiamenti molto veloci, abbiamo bisogno di tempo per riflettere. Think Quarterly è uno spazio di respiro in un mondo indaffarato. Uno spazio per riflettere su quello che sta succedendo".

La fresca prima uscita è composta da 68 pagine ed è dedicata alla gestione delle informazioni. E viene mostrato come TQ vorrà analizzare gli ultimi eventi che hanno visto protagonista la rete e come stanno cominciando ad avere ripercussioni sul business.

Il magazine è stato ideato e realizzato dall'agenzia di creativi  The Church of London, e non a caso: la versione cartacea di Think Quarterly, almeno per ora, è rivolta ed arriva solo ai partner britannici di Google. Non è stato nascosto che si tratta di un'operazione di marketing.

Il corpo dei giornalisti è costituito da collaboratori "arruolati" e dai "soliti" freelance. La firma più nota sembra essere quella di Simon Rogers (caporedattore di Datablog sul Guardian).

Il sito colpisce subito per la sua struttura e allo stesso tempo fa ricordare che si tratta di "un prodotto" Google: quindi pagina molto "pulita" su sfondo bianco. In particolare, Think Quarterly  è costruito con Flash e, inoltre, rende immediatamente l'idea della profondità dei suoi contenuti. Non è azzardato fare paragoni con BusinessWeek e/o con Salon. | permalink

domenica 20 marzo 2011

Aggiornamenti vari. E intanto siamo in guerra


Facebook ha modificato completamente (a suo favore) "le cinque W" del microblogging. I blog sono morti, si può dire.

Io, per avere un archivio per quando e se sarò vecchio, continuo a garantire un senso a questo mio primo sfogo internettiano, Laonda.

Tutta 'sta premessa per dire che riprendo alcuni post pubblicati sul mio profilo facebook. Eccoli, di varia quotidianità.

Ieri ho fatto vedere a mia madre l'ormai famoso video di Sabrina Nobile sui politici italiani. Ha finalmente capito perché i suoi studenti di scuola media le dicono da giorni che "solo uno ha risposto bene, gli altri sò tutti vecchi e ignoranti, professorè..." (http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/215691/nobile-i-politici-e-lunita-ditalia.html).

Poi, uscito la sera con gli amici, ho partorito "una massima" facile facile: ce n'è una che non tradisce mai, una Guinness...

Stamattina, grazie ad amici attenti e preziosi, ho recuperato un articolo che ieri mi ero perso. Si parla di Boris e mondo dello spettacolo italiano. E pure di sinistre, di una ormai vecchia e utile solo a se stessa, e di un'altra che spero un giorno riesca a fare rete per bene e quindi emergere. Per il bene non solo di se stessa, questa "altra" sinistra, ma di tutto questo paese che ne ha un bisogno incredibile. Finita questa lettura rimane in mente un grandissimo Massimiliano Bruno. Per capirci al meglio ecco un estratto:

"Io sono di sinistra, ma non sopporto l’autoghettizzarsi. Lo fa anche il mio amico Mannarino: il successo non è una colpa. E poi questa intellighenzia: se scrivi un film per Brizzi, un Nanni Moretti non ti chiamerà mai. A volte la sinistra è più fascista dei fascisti. La destra è più furba. Fox è iper-reazionaria, però produce Boris e perfino Michael Moore: sa che le fa gioco”.

Grazie ad una solita chiaccherata domenicale con mio padre, invece, ho recuperato un altro articolo che mi era sfuggito quasi un mese fa. Anche qui, per capirci: "essere stati craxiani non vuol dire essere stati socialisti".


Comunque, da quasi un giorno siamo in guerra. Ancora una volta è Twitter che per prima ce lo sta dicendo da quasi un giorno, e continua ad aggiornarci. La mia prima e banale riflessione in merito l'ho inviata proprio a Twitter. 

Ma allora quello di Berlusconi a Gheddafi era un bacio di Giuda...questo è un governo prima di tutto inadatto e poi il resto #guerra #Libya

E questa è la posizione che condivido senza tante perifrasi, luoghi comuni o ipocrisie di varia natura: Sì alla guerra, per interesse. | permalink

giovedì 17 marzo 2011

Auguri all'Italia


Preferisco questa canzone alla consumata e bellissima Viva l'Italia di De Gregori.

Oltretutto aiuta a ricordare l'ultimo messaggio di Monicelli...una rivoluzione

| permalink

lunedì 14 marzo 2011

Punto. Andiamo a capo per favore


Le primarie di Assisi di ieri mi lasciano questo insegnamento, serafico più che mai. O, meglio ancora, mi rafforzano una convinzione personale. Che Walter ancora "c'ha ragione". E che Matteo Renzi ce n'ha ancora di più.

Ah, e che le canzoni di Vasco Rossi (e suppellettili simili) non servono proprio a niente, nemmeno a far sognare. Almeno in politica!
| permalink

mercoledì 9 marzo 2011

Flipter, dove testare le proprie idee



Ve lo ricordate Quora? Il social che a inizio anno stava facendo impazzire gli italiani "più nerd" e appassionati del web 2.0?

Flipter sembra riprendere lo stesso filone. Sono molti, infatti, tra i nuovi social network che provano ad affermarsi, quelli che puntano sul vecchio problema della mancanza di informazione provando a dare risposte più veloci possibili.

Di Quora ne avevamo, appunto, parlato a Gennaio. Ora è la volta di Flipter. Si tratta di una piattaforma di microblogging che si prefigge di mandare feedback rapidissimi a chiunque la utilizzi per "porre sotto giudizio" le proprie idee, pensieri, opinioni, desideri.

Dunque, se vogliamo, almeno in parte sembra differenziarsi da Quora. Dove, oltre a dare sfogo alla propria fantasia filosofica(che comunque può restare fine a se stessa e senza commenti altrui), si chiedono informazioni anche molto tecniche sui pi diversi prodotti, dall'Hi-Tech(soprattutto), ai motori, addirittura a come relazionarsi tra persone. 

A Flipter, differentemente da Quora, ci si può iscrivere senza invito, e anche utilizzando il proprio profilo Facebook: importando così tutti i propri dati inseriti nel sito in blu.
Flipter, a prima vista in effetti, risulta molto più immediato rispetto a Quora. E' molto più basato sul voto a qualsiasi contenuto inserito nella piattaforma. In questo riprende, evidentemente, lo stile "mi piace" introdotto da Fb.
A questo proposito, si può portare ad esempio uno dei "segmenti" più seguiti all'interno di Flipter: "Talented or Not". In questa sorta di sezione musicisti e artisti in genere "mettono su piazza" le proprie opere e se le fanno giudicare. 

Flipter è una delle cinque startup che ha ricevuto ben HKD $100,000 (dollari di Hong Kong) da parte della Cyberport Hong Kong, una organizzazione impegnata nel finanziamento di nuove aziende che sorgono all'interno del mercato ICT.

Una volta registrati, andando in Home si possono scorrere gli ultimi contenuti pubblici inseriti dagli altri utenti, o "flips". Sulla destra ci trovano gli argomenti più popolari e sotto i tag. Infatti ogni flip può(anzi deve) essere inserito con tag in modo da poter essere archiviato in maniera ordinata e subito rintracciabile.

Altro elemento molto interessante a favore di Flipter è la possibilità di creare un badge da mettere sul proprio blog e/o sito, tramite l'ormai famosa operazione di copia-incolla di codice html (che si crea su richiesta). Analogamente esiste già l'app di Flipter su Facebook, oltre che una pagina fan in crescita.
Flipter è ovviamente su Twitter, e ha già confermato che presto arriverà sui dispositivi mobili tramite applicazione ad hoc. 

Anche in questo caso seguiremo con interesse la partita.
| permalink

martedì 8 marzo 2011

La terza guerra mondiale


E dopo Salandra e Mussolini, non ci sarebbe due senza tre, che sfiga che abbiamo, se non altro "all'interno"! 

| permalink

Facebook e Skype "vicini vicini"



Come amava dire un noto dirigente del calcio italiano, anche i diretti interessati ancora non hanno confermato nè hanno smentito. Ma le voci si fanno sempre più insistenti, inevitabilmente il caso è già montato e sta rimbalzando da una parte all'altra del globo. 

Facebook sembra davvero aver inviato una richiesta d'amicizia a Skype, e questi sembra intenzionato ad accettare e pure a cliccae mi piace sulla stringa in bacheca che lo ricorda.
A fine 2010 un primo timido accordo tra i due colossi di Internet: Facebook aveva ottenuto l'invio di Sms, Skype l'utilizzo del più popolato social network direttamente dalla sua piattaforma. Evidentemente, sul medio periodo anche quell'accordo potrà assumere una rilevanza maggiore. In breve: Facebook e Skype hanno fatto le prove, e nel mondo di Internet prendere le misure significa molto.

Il gioiello di Mark Zuckerberg nella chat ha il suo punto debole (o forse è meglio dire "meno forte"). Se quanto rivela Bloomberg è vero, Skype metterebbe le mani nella "cassaforte" di internauti più popolata del mondo, che vanta oltre 500 milioni di iscritti, mentre l'azienda di Palo Alto riuscirebbe a trasformare il suo punto debole, la chat, in quello di maggiore appeal.

Se tutto verrà confermato potremmo trovarci di fronte ad una rivoluzione nel settore VoIp e un amaro boccone anche per i concorrenti nell'instant messaging, ossia GTalk(Google) e FaceTime(Apple).
| permalink

lunedì 7 marzo 2011

Correva l'anno 1999


Lo shuffle oggi mi ha fatto sentire, tra le altre, You Get What You Give

Mi ha riportato subito al 1999. Ah, non che io abbia fatto una resistenza estrema. E allora, vedendo la primavera arrivare piano piano, mi è venuta voglia di scrivere quattro righe in questo post.

Di questi tempi sorgeva l'attesa di vedere la pubblicità della Ceres e del Festivalbar, che ufficializzavano l'inizio dell'estate. Avevo 12 anni, si andava di "manetta" da morire.

Il Milan degli ex Udinese, Biehroff-Helveg-Zaccheroni, cominciava la rimonta scudetto sulla Lazio più forte  di sempre (tra le Lazio ovviamente).

E poi i DS si facevano chiamare da un anno DS. Adesso invece sempre DS rivendicano di essere ma si fanno chiamare solo democratici e gioiscono quando dal PD(a cui tra di loro aggiungono una "s") se ne vanno altri democratici senza storia diessina alle spalle.

Ciao millenovecentonovantanò, era così per condividere il tuo ricordo.

| permalink

sabato 5 marzo 2011

Year of the Cat


Da qualche giorno giro con questa. E per molto più che per il solo dire che "l'an del cazzo" arriva.

| permalink

giovedì 3 marzo 2011

Indro Montanelli


L'unico consiglio che mi sento di dare – e che regolarmente do – ai giovani è questo: combattete per quello in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Ma solo una potrete vincerne: quella che s'ingaggia ogni mattina, davanti allo specchio.
| permalink