martedì 22 maggio 2012

Il meglio deve ancora venire.



(pausetta da social vari, forzata e irrevocabile, come ai vecchi tempi. Ora pazienza e ironia facciano la differenza...)
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Un blogger è in parlamento


Da ieri sera abbiamo avuto, in diversi, la dimostrazione che non è mai un esercizio inutile. E non è stato un esercizio inutile.

Da ieri sera si festeggia, un traguardo è stato raggiunto, e quando lo si prefissò era oggettivamente impossibile per mezzi e contesto generale. Ma, appunto, non è mai un esercizio inutile.

Io, sinceramente, non trovo altre parole, adesso non ce l'ho. Mi fermo solo a pensare in silenzio da ieri pomeriggio appena sono libero da impegni non derogabili.

Intanto, qualcun altro ha scritto una lettera che tanto non sarei riuscito a scrivere con tanta precisione, e inserendoci tutto quello che serve per far capire la questione. E' la lettera di un amico ad un suo amico, due amici miei comunque.

Io aggiungo che "il meglio deve ancora venire". Non può che essere così, altro che "retorichette".

Ah, sarebbe stato interessante, ma sticazzi della top5 di quelli che rosicano... | permalink

lunedì 21 maggio 2012

Ballottaggi 2012, analisi a caldo.


Che il Pdl sia sparito mi pare definitivo. La Lega che ha perso ovunque invece non diamola mai per morta. Comunque è stato eletto il candidato (la persona) migliore.
E poi, come dicono in diversi, il Pd ha vinto ovunque, ovunque giocava da solo, invece ha perso, e malissimo (Parma e Palermo, per non parlare dei comuni dove i candidati ex pd espulsi hanno vinto sul candidato ufficiale vedi Belluno) nei posti dove aveva un avversario più credibile...il rischio 1994 è ancora più confermato del primo turno. | permalink

martedì 15 maggio 2012

Certa politica mediterranea (da rivedere)


5 anni fa Segolene Royal, ex compagna di Hollande e madre dei suoi 4 figli, perse contro Sarkozy. Oggi vede sfilare la nuova "premiere dame" grazie alla vittoria di Hollande proprio contro Sarkozy. Per me queste cose fanno governare male (e forse dovrebbero far riflettere la politica mediterranea: le famiglie che contano sembrano sempre quelle, e se si dividono magari creano attriti, boh. Forse servono persone più stabili nel privato, la butto là) | permalink

lunedì 14 maggio 2012

Aspettando rottamazioni italiane non sportive


Gli amanti del calcio sono reduci da un ultimo turno molto emozionante dei campionati europei, di almeno due massime serie. La Premier League che si è conclusa ieri è stata davvero qualcosa di severamente vietato per i deboli di cuore.

I tifosi del Manchester City al 91o stavano realizzando di essersi illusi ancora una volta, che nemmeno dopo 44 anni fosse tornato il loro momento di gloria. A molti ci è tornato in mente lo straordinario film Fever Pitch, dedicato all’Arsenal della stagione 1988/1989, ma che calzava a pennello pure per questo campionato e per questa ultima giornata della squadra di Roberto Mancini. Amici miei hanno addirittura previsto doverosi futuri film su questo Manchester City, che ha regalato e ri-strappato il titolo ai cugini dello United in 3 minuti al 94o.

La nostra Serie A, invece, nell’ultima giornata doveva ancora dirci “solo” chi avrebbe vinto definitivamente la sfida per il terzo posto, e chi sarebbe stata la terza squadra a retrocedere. E, infatti, i riflettori si sono spostati, giustamente, su altro. Su qualcosa per cui questo calcio, miliardario e pieno di elementi marci, riesce ancora ad emozionare, e molto. Ieri c’è stato l’addio degli ultimi giocatori rappresentativi del nostro calcio, del nostro campionato, per la mia generazione, pure dei calciatori conosciuti all’asilo.

Ieri hanno salutato Alessandro Del Piero e Filippo Inzaghi, due campioni del mondo, due che hanno vinto davvero tutto, ma nemmeno loro vengono risparmiati dal tempo che passa per tutti. Da questo punto di vista, tornando alla Premier, più o meno forzatamente, viene facile commentare che alla fine è stata la vittoria di Balotelli, Aguero e Mancini, contro gli immortali Giggs e Ferguson.

 Ritornando in Italia, piccolo excursus: sarebbe il caso di far notare una certa differenza nel saluto regalato dalle rispettive squadre a questi due campioni. Da un lato Alessandro Del Piero che da solo fa un giro di campo mentre ancora la partita non è terminata. Dall’altro Pippo Inzaghi, che insieme ai “senatori” del Milan, Rino Gattuso, Sandro Nesta, Gianluca Zambrota e Clarence Seedorf (ancora in forse) che hanno salutato, sono stati messi al centro di un pomeriggio in cui la sincerità e gli occhi lucidi sembrano aver vinto sulla retorica. Entrambi hanno segnato nella loro ultima partita, Inzaghi ancora decisivo con un gol di rapina; Del Piero ancora con una pennellata da “Pinturicchio”.

 Al di là di questo, su cui tra ieri e oggi troviamo pagine su pagine, cartacee e telematiche, fa riflettere, molto banalmente, come “la rottamazione” nel calcio, essendo uno sport, accomuna il nostro “vecchio” paese agli altri, senza guardare in faccia ai successi e alla forma ancora presente di chi va a interessare. Ripeto, molto banalmente, viene da fare il confronto con una classe politica e dirigenziale in generale, che molto difficilmente trova, o è costretta a trovare, “occasioni” per fare altrettanto.

In ogni caso quando capita accade per scandali mostruosi.E la... continua a leggere su The Week | permalink

mercoledì 9 maggio 2012

Il Pd e i suoi giovani


Da quello che ho trovato in rete i Giovani democratici hanno almeno 40mila iscritti. E li hanno fatti votare nel recente (primo) congresso che ha portato alla conferma del segretario Raciti. Come tutti sappiamo i Gd costituiscono la giovanile riconosciuta del Partito democratico. E stando a questi numeri, fino a prova contraria che non ho, sono la più grande organizzazione giovanile di partito presente in Italia. Ciò è indiscutibile. Come non si può discutere la leadership di Raciti, la cui mozione al congresso appena citato ha ottenuto l'83,2%. Una roba da paese satellite dell'ex Unione Sovietica. Alla luce di alcuni accadimenti, in ultimo i risultati delle amministrative di ieri, ritengo utile, e forse doveroso, provare a fare una sorta di "processo alle intenzioni". Mi spiego meglio. Per prima cosa provo a chiedermi perché un italiano tra i 14 e i 29 anni si iscrive ai Giovani democratici, e chi incontra sulla sua strada per compiere questa sua scelta. Poi, con le giuste approssimazioni, provo a domandarmi cosa produce questa azione, individuale e collettiva, nel partito di riferimento e quindi nella politica italiana. Esisterà qualche militante che si iscrive e poi non viene più chiamato a partecipare, se non per riempire moduli e "segreterie" (anche se non credo a loro insaputa)? Nel risponder(mi) a queste domande non riesco a evitare che alcuni dati e/o fatti inficino la mia risposta. Ad esempio l'83,2% di cui sopra. Oppure venire a sapere che i Gd vanno a fare campagna elettorale in Francia per Hollande (per carità, siamo tutti felici che abbia vinto un progressista), catalizzando l'attenzione che si rivolge loro su questo fatto, quando invece avrebbero potuto concentrarsi esclusivamente sulle amministrative italiane. Che so, fare squadra e dare una mano più consistente a Doria a Genova che per un soffio(e per la prima volta) non è riuscito a vincere al primo turno, o al giovane Ferrandelli a Palermo appoggiato anche questo dal Pd, o a L'Aquila a Cialente, o magari a Verona dove si sapeva che c'era un bisogno estremo di forze fresche, o, ancora, a Catanzaro al 28enne Salvatore Scalzo, nella Sardegna referendaria, nei piccoli comuni della costa ionica della Sicilia dove il Pd non mi pare sia molto radicato, a Monza dove Lega e Pdl scontano Trota e olgettine, o anche a Sarego (Vi) dove il M5S elegge il suo primo sindaco, a Parma dove andiamo al ballottaggio proprio col M5S, o magari anche a Lecce dove la destra ha già vinto col 64%. Parlando con miei coetanei, appunto italiani che rientrano tra i 14 e i 29 anni, nei luoghi e nelle sfere sociali più diverse, non riesco a capacitarmi di come si possa decidere di iscriversi ai Giovani democratici se non si ha una "passione" per la politica molto rilevante. E davvero non mi pare che sia una caratteristica molto diffusa. E forse proprio per questo, chi se la ritrova, finisce in buona fede per "accontentarsi di quello che passa il convento". Queste amministrative potevano essere l'occasione per cominciare a distruggere questa evidenza. Non mi pare che lo siano state. Però, personalmente, credo che non verrà buttato alle ortiche pure l'appuntamento del secondo turno. Il vero terzo polo, su scala nazionale, è il Movimento 5 Stelle: come ci ricorda il già citato ballottaggio di Parma, ad esempio. E il M5S appare costituito soprattutto da giovani con cui, volenti o nolenti, sarà il caso di cominciare dialogare, quantomeno per capire perché vanno dietro a Grillo. A Palermo... continua a leggere su qualcosa di Riformista | permalink