giovedì 6 febbraio 2014

Lo scontro Letta-Renzi giova all'Italia tutta (pure al M5S)


"Trappolone" sì o "trappolone" no? Questa, in estrema sintesi, è la domanda che i principali quotidiani italiani mettono nella testa dei propri lettori. Se Renzi si mette al posto di Letta il sindaco di Firenze si brucia. Sì, no, forse, sicuro, magari. Leggendo i giornali stamattina si intuisce che è definitivamente partita la guerra al retroscena più cliccato (e magari letto) sui rapporti e sul futuro incrociato di Letta e Renzi. Tralasciamo, qui, il banale argomento da talk show serale secondo il quale gli italiani, oltre a non mangiare la legge elettorale, non mangiano neanche le chiacchiere su premier e segretario Pd.

I problemi degli italiani sono altri, verissimo. Ad ogni buon conto la dinamica che si sta sviluppando tra i due toscani del Pd deve apparire di una qualche rilevanza a quanti credono ancora nell'Italia. Perché? Non per motivi ideologici, di parte, ma per un semplice ragionamento di buon senso. Dall'altra parte si potrebbe ipotizzare una "lotta" speculare tra Alfano e Toti? Meglio di no, perché forse dovremmo aggiungere anche un Salvini. Ed oggettivamente quest'ultimo sarebbe l'unico legittimato ad esserci, visto che è l'unico che si è fatto votare almeno dai propri compagni di partito e là dove sta non è stato messo da Berlusconi. Se uno crede ancora nell'Italia, deve seguire, volente o nolente, la dinamica Letta-Renzi, e sperare che trovi una qualche evoluzione dignitosa. Non per il centrosinistra, ma anche perché sia di ulteriore stimolo per il centrodestra (che forse non deve copiare solo le primarie), oltre che di contenimento coi fatti degli "sfoghi" del M5S. Dunque per tutta la politica italiana. Se uno crede ancora nell'Italia è costretto a credere nella politica tutta. Nessuno schieramento escluso. E, ad oggi, la ricostruzione doverosa della credibilità della politica italiana ricade principalmente sulle spalle dei due toscani democratici.

Matteo Renzi incalza il PresDelCons da quasi due mesi, da quando è stato eletto, non nominato, segretario del suo partito col voto di 3 milioni di italiani. Come lo fa? Ci prova convocando anche più di una segreteria a settimana alle 7.30 di mattina, durante le quali si parla e si stabiliscono linee politiche, oltre che su legge elettorale e riforme costituzionali su titolo V e Senato, sul lavoro, sulla scuola, sulla giustizia. Temi che qualche problema degli italiani provano ad affrontarlo e addirittura, a detta di Renzi, così si propongono addirittura delle soluzioni concrete. Non è niente di trascendentale. Si tratta di un'attività di partito, la più importante per un partito e allo stesso tempo più vicina al principio di concretezza, che forse si era dimenticata negli ultimi anni. Quindi Renzi deve prendere il posto di Letta e ci riuscirà attraverso un piano tipicamente "da palazzo", che prevedrebbe collocare Prodi al Quirinale risarcendolo delle 101 coltellate ricevute lo scorso Aprile? Ma farebbe come D'Alema che arrivò a Palazzo Chigi senza la famosa legittimazione elettorale e ciò non aumenterebbe la sua popolarità, anzi. Però è vero che oramai è svanita la possibilità di elezioni in primavera, appena incassata la nuova legge elettorale Napolitano imporrà a Letta di proseguire e bloccherà qualsiasi sommovimento. Questo, in breve, viene raccontato sui giornali di cui sopra. 

Di certo la attuale instabilità è stata causata dai risultati delle scorse elezioni politiche di febbraio. Dunque, volendo rintracciare dei colpevoli, i primi responsabili, più degli italiani che hanno votato (e non votato), sono coloro i quali hanno condotto e si sono "scontrati" nella scorsa campagna elettorale. E allora ricordiamo che Renzi era lo sconfitto delle primarie 2012 vinte da Bersani, che invece era candidato premier oltre che segretario del Pd. Il suo vicesegretario era Enrico Letta.

 È altrettanto certo che Renzi non può più mostrare il fianco a chi gli rimprovera di fare il segretario del principale partito di maggioranza e anche del principale partito che rintuzza il governo. Il carrozzone che lo ha sostenuto al congresso/primarie non può scomparire, ma deve diventare intimamente e convintamente renziano. "Ci pensi Letta" a fare il rimpasto del governo sta diventando una barzelletta. Se non vuole che suoi uomini e donne di fiducia si brucino in un governo Letta bis deve dire "non voglio bruciare i miei. Io farò il secondo mandato a Firenze e se Letta non fa le cose deve andare a casa, non in Europa a fare il commissario europeo". Deve mantenersi chiaro e quindi forte. Altrimenti diventa "l'ebetino" davvero. Proprio Renzi. I due toscani se sono arrivati dove sono arrivati una qualche qualità ce l'hanno. Non dovrebbero fare i "bischeri" evitando così che i sondaggi degli ultimi giorni diventino realtà e con numeri ancor più alterati. Non devono fare i "bischeri", ossia i "se noi dovremmo" che i grillini urlano in tv devono mantenerli come cane da guardia della democrazia. Non possono mandarli al governo. Per l'Italia.

Ne trarrà giovamento anche il tanto vituperato Movimento Cinque Stelle, che sarà costretto a misurarsi finalmente sulla capacità di cambiare davvero le cose per gli italiani e dunque a far emergere non più faccine ma teste. Ciò su cui si sta già scontrando Renzi nel suo Pd. Intanto è passato un anno da quando il M5S è arrivato in massa in parlamento. Personalmente non mi sorprese tale evento e continuo ancora oggi a bollarlo come molto positivo. Ma adesso, appunto, un altro anno è passato. Bisogna fare, lo sa anche Crozza...E per fare purtroppo non basta decidere di andare dalla Bignardi e in tutte le altre "4 chiese" televisive. Moltissimi dei parlamentari di Grillo appaiono persone che vogliono bene a questo Paese e a chi li ha votati pur non conoscendoli. Che prima o poi li deve rivotare. Nemmeno i parlamentari di Grillo e Casaleggio faranno i "bischeri". | permalink