sabato 31 gennaio 2015

Sergio Mattarella e l'inizio della Quarta Repubblica


C'era una volta chi faceva "accordicchi" segreti con Berlusconi e puntualmente si faceva "fregare" dall'ex cavaliere. Adesso c'è chi Berlusconi lo mette al suo posto in diretta streaming. Ed era tutto chiaro da prima dell'inizio. Niente retro pensieri, niente schemi contorti e nascosti, tutto molto lineare. Ma per capirlo bisognava conoscere profondamente la Cultura del Ppi.

Questa vicenda offre anche la volta buona per non ascoltare più i tanti cialtroni, che oltre a tenere famiglia diventano sempre più mediocri. Quelli che hanno fracassato la pazienza di Giobbe con la litania del Patto del Nazareno e che adesso non sanno più cosa commentare. Ma se non subito, presto tutti capiranno cosa è successo stamattina con l'elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica. Non è solo una sorta di rivincita storica e definitiva del popolarismo italiano sulla cultura più asfittica prodotta dalla sinistra italiana, non quella che ha espresso un Napolitano, per intendersi, ma quella della fgci degli anni settanta. Non a caso il popolarismo italiano, seppur avendo anch'esso qualche elemento non altissimo, ha prodotto l'attuale Presidente del Consiglio, mentre gli eredi del Pci, quelli che il Pd l'hanno sofferto e allo stesso tempo paradossalmente guidato dalla fondazione al 2013, non hanno uomini in grado di conquistarsi con serenità il voto degli italiani. E un motivo ci sarà, gli italiani non sono tutti evasori, brutti e cattivi.

A mio avviso, comunque, questa è la vittoria non del popolarismo "in senso stretto", ma di una cultura, di un approccio, che va anche oltre il Partito fondato da Luigi Sturzo nel 1919, che raggruppa tutti quelli per i quali, oserei dire, la politica non è tutto, e per questo riescono a porsi obiettivi utili all'Italia e a raggiungerli. In streaming, alla luce del sole. Gente di sinistra reale, insomma.

Anche se il Parlamento resta lo stesso, quello eletto nel 2013 dal trio Berlusconi-Bersani-Grillo (nessuno, infatti, farà cadere oggi il primo Governo Renzi), sempre a mio avviso proprio oggi comincia la Quarta Repubblica. La seconda "berlusconiana" e la brevissima terza delle "grandi intese" non esistono più o non sono mai esistite, a seconda dei gusti. La Quarta, invece, esiste e comincia da oggi. Nessun parlamentare vuole tornare al voto. La nuova certezza altrettanto forte è che Renzi le prossime liste, quando sarà ma nel breve periodo, le dovrà comporre in una maniera da Quarta Repubblica, ossia puntando davvero sul merito e non sulla fedeltà al capo.

È suo interesse, forse soprattutto in una condizione in cui non abbia nessun avversario di destra e/o centro in grado di contendergli la vittoria delle prossime elezioni. Governare è complicato, governare per fare l'interesse di tutti è ancora più difficile e complesso. Ovviamente anche se dovrà sudarsi la vittoria elettorale, gli serve la cosiddetta classe dirigente migliore possibile. E qui il meglio deve ancora venire.

Sul capolavoro dell'elezione di Mattarella, con cui ha davvero asfaltato una marea di gente, non solo politici, Renzi ha potuto contare solamente sulla sua capacità strategica e politica, movimentando da solo il parlamento (e i grandi elettori) di cui sopra. Per movimentare il popolo italiano alle prossime politiche, invece, non gli basterà solo la sua persona. Matteo lo sa. | permalink